Il Kodokan Judo è praticato in tutto il mondo come un’attività sportiva estremamente competitiva, ma l’aspetto agonistico, in realtà, rappresenta solo una faccia della medaglia; il vero scopo della pratica è quello di installare nell’individuo due principi fondamentali per la vita: il primo è “ seiryoku-zen’yo ” (massima efficacia con il minimo sforzo), il secondo è “ jita-kyoei ” (prosperità e mutuo benessere).
Jigoro Kano era professore di economia e scienze politiche, linguista, scrittore, politico, appassionato calligrafo e musicista (suonava lo shakuhachi, un tipo di flauto giapponese). Alto un metro e sessanta centimetri, con un peso di sessanta chilogrammi, si laureò presso il Dipartimento di Lettere dell’Università Imperiale di Tokyo e, all’età di venticinque anni, divenne dapprima professore della Gakushuin poi decano dell’Istituto Magistrale.
Fondò, a Tokyo, sia una scuola per l’insegnamento agli studenti cinesi, sia una scuola privata (la Kano Juku) dove poter insegnare l’inglese. Fu il primo presidente dell’Associazione Giapponese degli Sport Amatoriali, il primo asiatico ad essere eletto membro del Comitato Olimpico Internazionale e divenne, inoltre, membro della Casa dei Pari del Giappone.
In una delle sue famose opere scrisse: “Sotto il cielo nulla è più importante dell’istruzione. L’insegnamento di una persona virtuosa può influenzarne molte altre. Ciò che è stato profondamente appreso da una generazione può essere tramandato a centinaia di generazioni successive”.
Credeva che il metodo più efficace per ottenere condizioni sociali migliori era il raggiungimento di standard più elevati sia nell’istruzione dell’obbligo, sia nella formazione professionale degli insegnanti.
I risultati più sorprendenti, in questo campo, li ottenne con l’istituzione (in ogni prefettura) di istituti superiori per donne e con la trasformazione degli istituti magistrali in vere e proprie università per gli insegnanti.
A livello internazionale è ricordato principalmente come il fondatore del Kodokan Judo. Secondo lui il Judo deve essere considerato come un vero e proprio sostegno per l’addestramento alla vita. Spesso diceva che: “La pratica del Judo migliora il nostro stato fisico e rinforza le fondamenta della nostra condotta morale. È una forma di esercizio fisico, di addestramento morale e di autodifesa”. Kano sosteneva che ciò che impariamo grazie al Judo può essere utilizzato in numerose situazioni della vita come, ad esempio, la capacità di mantenere alto il morale di fronte alle avversità quotidiane. Lo scopo è quello di riuscire ad instillare lo spirito di perseveranza nel praticante.