“Il Judo è un’arte marziale. SBAGLIATO!
Il Judo è una disciplina orientale. ESATTO!
Vediamo qual è la differenza.
La parola “marziale” deriva, per etimologia, da Marte che, nella mitologia, è il dio della guerra.
La guerra viene fatta (per lavoro) dai militari che, di conseguenza, hanno un atteggiamento marziale.
L’arte marziale è, quindi, l’arte di fare la guerra. Nello specifico si intende il ju-jitsu, ovvero quell’insieme di tecniche usato dai samurai per lottare in battaglia.
Il Judo, invece, anche se derivante dal ju-jitsu, assume le sembianze di uno stile di vita, di un pensiero, di un modo di essere. È una forma di educazione e, senza ombra di dubbio, chi è educato è disciplinato.
Questa è stata la principale innovazione di Jigoro Kano: trasformare l’arte della lotta (jitsu) in uno stile di vita (do).
Con questo non voglio asserire che il Judo non sia una disciplina da combattimento, voglio solo dire che non è solo, ed esclusivamente, di tale fondamento che si compone la sua natura.
Questa disciplina orientale pur rendendo uniformi i suoi praticanti (perché comunque ricca di regole) non li rende “uguali”, non li stereotipizza ma si “limita” ad educarli. Entra nella loro mente, nel loro sangue, nella loro anima. Ognuno di loro, poi, è libero di esprimere ciò che ha imparato in maniera eterogenea.
Il Maestro Bunji Koizumi affermava che: “il Judo ha la natura dell’acqua: l’acqua scorre per raggiungere un livello equilibrato. Non ha forma propria ma quella del recipiente che la contiene. È indomabile e penetra ovunque. È permanente ed eterna come lo spazio e il tempo. Invisibile allo stato di vapore e, solidificata in ghiacciaio, ha la durezza della roccia”.
Ogni judoka è fatto della stessa essenza ma è lui stesso che deve plasmare, in conseguenza, diversa consistenza all’essenza acquisita.”
Italo GASBARRI